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       2° Convegno 
        provinciale (9-10 dicembre 2002 - Auditorium Scuola Media "G. Cesare" 
        Relazione d'apertura 
        Un 
        anno di impegno 
      Fernando 
        Cocciolo 
       
        E' trascorso un anno e mezzo, all'incirca, dal convegno che segnò 
        - dopo un lungo periodo di interruzione operativa - la ripresa delle attività 
        del CIDI in provincia di Brindisi. 
        Quella ripresa, e quel convegno, erano stati la conseguenza, quasi necessaria, 
        di diverse e pressanti sollecitazioni; erano stati dettati da bisogni 
        professionali forti, esplicitamente dichiarati o, comunque, intimamente 
        avvertiti, di fronte all'evolversi di un processo di cambiamento vasto 
        e profondo, orientato alla costruzione di un sistema nuovo ed organico 
        dell'istruzione e della formazione nel nostro paese. 
      L'autonomia 
        delle scuole, le nuove responsabilità dei Collegi dei docenti, 
        la diversa connotazione professionale del Dirigente scolastico, l'integrazione 
        con il territorio, la centralità dell'alunno, riaffermata con forza, 
        e quindi la focalizzazione sull'apprendere e sui modi dell'apprendere, 
        sulla centralità della didattica e sulla organizzazione della didattica, 
        sulla costruzione di contesti di apprendimento e di comunicazione educativa 
        significativi per ciascun alunno, capaci cioè di rispondere in 
        maniera differenziata alle diversità. 
        E ancora: le funzioni obiettivo, la finalmente riconosciuta importanza 
        dell'educazione degli adulti e della formazione lungo tutto l'arco della 
        vita, l'innalzamento dell'obbligo scolastico e l'introduzione dell'obbligo 
        formativo, la diversa attenzione alla valutazione degli apprendimenti 
        e alla valutazione interna del sistema, all'autoanalisi di istituto, e 
        via enumerando. Tante novità, alcune reali altre presunte; ma certamente 
        l'avvio di fondamentali processi innovativi. 
      Quel 
        convegno cercò di fare il punto su alcuni aspetti forti del processo 
        di cambiamento in atto. Ma fece anche un'altra cosa, che rivendichiamo 
        come molto importante: contribuì a dare vitalità e spessore 
        al dibattito, per così dire, "politico" sulla professionalità 
        docente nella scuola dell'autonomia, determinando nel contempo una diffusa 
        ripresa della riflessione sul versante per così dire "tecnico", 
        specificamente didattico, del nostro lavoro. 
      Con 
        quel convegno il CIDI si propose di accompagnare e sostenere questa riflessione, 
        tornando ad assumere un ruolo decisamente attivo nel panorama culturale 
        - specificamente dell'istruzione e della formazione - nella nostra provincia. 
        E lo fece in primo luogo riflettendo e studiando al proprio interno, individualmente 
        ed insieme, sulla praticabilità dell'idea, ed in seguito offrendosi 
        con grande umiltà, ma esplicitamente, come servizio di supporto 
        al mestiere di insegnare. 
      Vedete, 
        noi partivamo da un preciso convincimento: che in questa provincia operano 
        tanti buoni insegnanti; che in questa provincia lavorano, con passione 
        e competenza, tanti buoni insegnanti.  
        Ma eravamo, e siamo, pure consapevoli della necessità che gli insegnanti 
        abbiano a disposizione occasioni molteplici di confronto e di scambio; 
        che possano disporre, oltre le pareti del proprio istituto, di "luoghi" 
        di apprendimento professionale "insieme", che vivano cioè, 
        INSIEME, l'esperienza di costruire, sperimentare, valutare e diffondere 
        buone pratiche didattiche. Eravamo e siamo convinti della necessità 
        di andare al di là dell'idea comune di aggiornamento e di poter 
        disporre di strumentazioni, tecnologie, archivi didattici, ricerche aggiornate, 
        per interazioni reali e per interazioni telematiche, sorrette però 
        le une e le altre - come dicemmo nel nostro primo convegno - da un impianto 
        culturale e progettuale di profilo alto: perche' solo a questa condizione 
        possiamo costruire noi stessi ambienti di apprendimento professionale. 
      Abbiamo 
        scommesso su questo: e non ci nascondevamo nemmeno una delle difficoltà 
        cui saremmo andati incontro. Ma avevamo anche fiducia nella volontà 
        di sviluppo professionale di molti insegnanti nelle scuole; avevamo fiducia 
        che gli insegnanti avrebbero colto quale grande fattore di innovazione 
        possano rappresentare singole scuole - a cominciare dalla scuola stessa 
        in cui ciascuno di noi opera - disponibili ad assumere esse stesse, esse 
        per prime, fisionomia di laboratori per lo sviluppo professionale.  
      Certo, 
        esistono situazioni, contesti anche molto diversi tra loro: più 
        o meno motivanti, più o meno motivati. Ma nonostante le difficoltà, 
        i problemi, la mancanza di tempo -anche soltanto per fermarsi un attimo 
        a pensare - che ormai caratterizzano il nostro lavoro, abbiamo deciso 
        insieme, subito dopo l'inizio di quest'anno scolastico, di provare ad 
        organizzarci in gruppi di studio, che affrontassero - stanno affrontando 
        - alcuni dei temi caldi del nostro quotidiano "agire" dentro 
        le classi: i curricoli, la didattica, l'organizzazione della didattica. 
        Intendiamo in questo modo favorire il confronto e l'integrazione di esperienze, 
        di competenze e di professionalità diverse per la costruzione e 
        la socializzazione di percorsi formativi e didattici utilizzabili nei 
        contesti reali di insegnamento/apprendimento e che, una volta sperimentati 
        e formalizzati, possano essere proposti come esempi/modelli per i colleghi 
        interessati. Come vedete, si tratta sostanzialmente di modalità 
        di ricerca-azione, che trovano una loro prima "visibilità" 
        nel sito funzioniobiettivo.it ovvero, che è lo stesso, cidibrindisi.it, 
        organizzato con instancabile cura da Cosimo De Nitto: un sito che è 
        una vera e propria miniera per gli insegnanti, che possono trovarvi, come 
        ormai credo tutti sappiano, materiali e strumenti utili al loro lavoro 
        ma anche occasioni e possibilità diverse per discutere e interagire. 
        Oltre al sito, contiamo naturalmente di servirci di appositi seminari 
        per la presentazione e la discussione dei segmenti didattici elaborati 
        dai gruppi. 
         
        Questo, dei gruppi di ricerca-azione, è un settore di attività 
        che intendiamo portare avanti. E lo vogliamo fare nonostante la precarietà, 
        l'incertezza, la confusione che caratterizzano l'attuale momento della 
        scuola italiana, di volta in volta scombussolata dalla incredibile mutevolezza 
        e contraddittorietà degli indirizzi ministeriali. Anzi, proprio 
        in ragione di questo. Per fortuna, come personalmente ho sempre creduto 
        e come qualche commentatore sulla via dell'illuminazione comincia a capire, 
        la scuola vive, continua a vivere, soprattutto delle personali iniziative 
        dei suoi insegnanti. 
        Ci sarà spazio in queste due giornate per considerazioni in proposito. 
      Ora 
        invece vorrei segnalare gli ambiti tematici che sono attualmente oggetto 
        di riflessione da parte di gruppi di colleghi soci, i quali organizzano 
        autonomamente tempi e modi del loro lavoro. 
      Per l'anno 
        scolastico 2002/2003, gli ambiti di interesse individuati attengono: 
      " 
        all'ORIENTAMENTO SCOLASTICO E PROFESSIONALE, sul tema specifico dell'obbligo 
        scolastico e dell'obbligo formativo; 
        " alla DIDATTICA DELL'ITALIANO, sul tema specifico delle competenze 
        linguistiche nelle classi ponte; 
        " alla DIDATTICA MODULARE, con riflessione particolare sui concetti 
        di modularità e di modulo; 
        " alle NUOVE TECNOLOGIE NELLA DIDATTICA, sul tema specifico di ipertesti, 
        ipermedia, siti internet: apprendimento, comunicazione, formazione; 
        " alla DIDATTICA DELLA MATEMATICA, con specifico riferimento alla 
        elaborazione di una ipotesi di curricolo verticale (o di curricoli verticali), 
        dall' Elementare alla secondaria; 
        " alla PEDAGOGIA DELLA MEMORIA, che ha, tra l'altro, particolare 
        importanza nella educazione degli adulti ed implicazioni estremamente 
        varie e ricche; tra queste, il tema di specifico interesse su cui cominceremo 
        a lavorare è quello della scrittura autobiografica. 
      Altri 
        ambiti tematici sono stati proposti, per i quali verificheremo presto 
        la possibilità di costituire gruppi di lavoro. 
      Questa 
        volontà, quest'impegno ostinato a crescere, a crescere professionalmente, 
        che ci caratterizza, si manifesta, come prima accennavo, in una situazione 
        di evidente precarietà; precarietà dovuta anche, tra altre 
        assai serie ragioni, a quella che sembra una ricerca spasmodica, da parte 
        dei nostri governanti, di una nuova categoria dello spirito: possiamo 
        identificarla come categoria della sottrazione. 
        Il fatto è, purtroppo, che questa ricerca sta per concludersi positivamente, 
        anzi con un successo strepitoso, ma ahimè con effetti piuttosto 
        pesanti sul pianeta scuola e sui suoi miseri abitanti. Per non parlare 
        di altri pianeti e di altri abitanti, messi anche peggio di noi e ai quali 
        va tutta la nostra solidarietà. 
      Non 
        più di dieci giorni fa, alla presentazione del Libro Bianco sulla 
        scuola - presente uno degli autori, l'on. Alba Sasso, membro della Commissione 
        Istruzione della Camera e storico presidente nazionale del CIDI - venne 
        fuori un elenco consistente di esempi di sottrazione: meno istruzione, 
        meno cultura, meno obbligo scolastico, meno partecipazione, meno autonomia, 
        meno collegialità. Mi permisi di aggiungere: meno possibilità 
        di scelta, meno capacità di scelta; riferendomi al fatto che il 
        sistema duale  
        e la canalizzazione precoce, re-introdotti dalla riforma Moratti, comportano 
        di fatto la sottrazione della opportunità reale, da parte di un 
        tredicenne (di un tredicenne!), di scegliere o anche solo di immaginare 
        - consapevolmente, cioè liberamente - un proprio progetto di vita 
        e di lavoro. Perché con meno istruzione, meno cultura, meno obbligo 
        scolastico, meno partecipazione, meno autonomia la conseguenza veramente 
        grave è che non si è in grado di scegliere proprio niente: 
        non a tredici anni, né a quindici, né a diciotto. Altro 
        che progetto di vita! Altro che auto-orientamento consapevole! Altro che 
        libertà di scelta, soprattutto! 
      [Informo 
        che chi avesse interesse per il libro bianco, può trovarlo interamente 
        pubblicato sul nostro sito, insieme agli interventi svolti da Mario Carolla 
        e da chi vi parla, in occasione della sua presentazione a Brindisi] 
      Ma 
        torniamo al punto. 
         
        Questo stato di precarietà e di sottrazione, che mina l'idea stessa 
        di scuola come servizio pubblico di qualità, produce anche un altro 
        effetto, pericoloso oltre che spiacevole: quello di contribuire ad alzare 
        decisamente la soglia della crisi depressiva degli insegnanti; 
 
        e non solo degli insegnanti, come possono confermare, credo, i miei colleghi 
        dirigenti presenti in sala. 
         
        Non bastassero, dicevo appunto qualche giorno fa, i tagli di 34.000 posti, 
        a fronte, per altro, di un aumento di 30.000 unità del numero degli 
        alunni, l'anno scorso; non bastasse che, essendo troppi rispetto al numero 
        degli alunni in situazione di handicap, gli insegnanti di sostegno vengano 
        tagliati pure loro; non bastassero le 18 (o 24) ore in cattedra per tutti 
        (cosa che, nel rimarcare una assoluta ovvietà, in realtà 
        dimostra la miopia culturale con la quale si continua a guardare alla 
        professione docente, considerata, evidentemente, tutta chiusa, recintata, 
        all'interno dell'aula/classe); non bastasse il licenziamento previsto 
        per gli insegnanti utilizzati in altri compiti per motivi di salute: tutto 
        questo, e altro ancora, a fronte di che cosa? Lo sapete benissimo:  
        - a fronte di stipendi non bassi ma bassissimi, credo agli ultimi gradini 
        in Europa; 
        - di uno status sociale e di un riconoscimento professionale che con un 
        eufemismo potremmo definire "modesti";  
        - a fronte soprattutto di responsabilità, funzioni e compiti professionali 
        nettamente aumentati, ma - badate bene - con esplicita richiesta di massima 
        qualificazione. Massima qualificazione sull'educativo (qual è il 
        ruolo, la parte che svolgo nel processo di formazione dei miei alunni, 
        di ciascuno dei miei alunni?); e massima qualificazione sul piano tecnico-professionale 
        (di quale sviluppo delle competenze tecnico-professionali, cioè 
        metodologiche, didattiche, comunicativo-relazionali, epistemologiche, 
        organizzative, ecc., ho bisogno per promuovere, sostenere e valutare efficacemente 
        il processo di apprendimento dei miei alunni?).  
      Questioni 
        - come vedete - di natura non soltanto sindacale. O, se volete, questione 
        di "alto" sindacato; ma soprattutto questioni che chiamano in 
        causa le associazioni professionali e disciplinari degli insegnanti: per 
        cercare di contrastare ed attenuare la confusione o l'indifferenza o il 
        sonno o la resa incondizionata della categoria; per non lasciarsi andare 
        a questa sorta di cedevolezza strisciante e un po' acritica, nella quale 
        molti di noi confessano di vivere la quotidianità del loro lavoro. 
      Per 
        questo stiamo lavorando: perchè la qualità della scuola, 
        la qualità degli apprendimenti, della formazione complessiva dei 
        nostri alunni dipende in misura rilevante dalla qualità del nostro 
        lavoro e dalla nostra capacità di sviluppo professionale. Per questo 
        cerchiamo di offrire, servendoci della rete telematica, materiali, argomenti, 
        documentazione, aggiornamenti teorici, supporti didattici, strumenti metodologici, 
        possibilità di dibattito. Per questo, ogni volta che è possibile, 
        i nostri gruppi si incontrano. 
      E 
        poiché sappiamo che anche altre associazioni professionali dei 
        docenti, presenti qui nella nostra provincia, sono attente a simili temi, 
        proponiamo loro di coordinare il nostro lavoro: ciascuna portando il contributo 
        della propria specificità, delle proprie idee, della propria ricerca, 
        della propria esperienza, ma con l'obiettivo e la volontà comune 
        di discutere, di riflettere, di operare concretamente per lo sviluppo 
        della professione docente: per una professionalità critica, impegnata, 
        competente, capace di salvaguardare la dignità della scuola pubblica 
        in questa provincia e di elevarne il livello qualitativo. Per quanto ci 
        sarà possibile. 
         
        Ed è veramente straordinario che in questa sala, pur nella situazione 
        di precarietà e di incompiutezza in cui vive la scuola italiana 
        e nel clima - diciamolo esplicitamente, anche se con rammarico - di stanchezza 
        e di disinteresse diffusi che ciascuno di noi pure avverte intorno a sé, 
        talvolta, è straordinario, dico, che in questa sala siano presenti 
        tanti insegnanti! 
      La 
        ragione, forse, è che noi, col nostro mestiere, educhiamo, contribuiamo 
        a costruire personalità, a formare persone: siamo specialisti delle 
        discipline, tecnici qualificati, esperti di programmazione e di processi 
        di apprendimento; ma siamo, anche e prima di tutto, professionisti dell'educazione. 
        E credo - assumendo un'ottica appunto "educativa" - che sia 
        per questa ragione che, quando noi facciamo italiano o storia o scienze, 
        oppure parliamo di salute o di ambiente o di legalità o di qualità 
        della vita o di interculturalità o di integrazione (per citare 
        alcuni ambiti di particolare rilievo formativo, solitamente oggetto di 
        attenzione nelle nostre classi), noi non pensiamo, semplicemente, ad una 
        generica "apertura" o ad una indefinita "accoglienza" 
        di questi temi dentro la scuola, ma alla costruzione di un pensiero flessibile, 
        aperto, non dogmatico, alla formazione di una "cultura" di livello 
        alto, nella quale e per la quale, di volta in volta, si sia in grado di 
        agire intenzionalmente perché sia salvaguardato l'ambiente e tutelata 
        la salute, perché si combattano gli stereotipi e i pregiudizi, 
        perché si riconoscano e si valorizzino le differenze, si con-viva 
        con le differenze: anche, e soprattutto, fuori dalla scuola. 
      Ci 
        sono altre due dimensioni della nostra attività cui vorrei far 
        cenno, pure queste legate all'idea del CIDI come struttura di servizio 
        per gli insegnanti.  
        La prima riguarda la collaborazione con le istituzioni scolastiche per 
        iniziative di formazione e aggiornamento in servizio. Noi siamo particolarmente 
        orgogliosi del fatto che alcune scuole della provincia ci hanno invitato 
        a collaborare con loro nella elaborazione e nella realizzazione di percorsi 
        di aggiornamento per i docenti. E siamo particolarmente grati a quei dirigenti 
        e a quei Collegi con i quali abbiamo collaborato e continuiamo a collaborare. 
        Siamo loro grati non tanto - o non solo - perché si sono fidati 
        della sigla o delle persone che la rappresentano; ma soprattutto perché 
        hanno dato valore a un'idea, hanno attribuito senso al nostro impegno: 
        l'impegno, antico e rinnovato, di lavorare per la qualità della 
        scuola pubblica e per la dignità del mestiere di insegnare. 
      Allora 
        mi perdonerete se prendo un minuto per ringraziare, in occasione di questo 
        Convegno, le scuole che al CIDI hanno voluto dare fiducia. 
        Nel corso del passato anno scolastico, abbiamo collaborato al progetto 
        di rete sul "curricolo verticale", cui partecipavano - partecipano 
        tuttora, anzi - l'Industriale GIORGI, lo scientifico MONTICELLI, la media 
        KENNEDY, e il VI circolo didattico, tutti di Brindisi;  
        abbiamo tenuto un corso di formazione su "le nuove tecnologie nella 
        didattica" presso il 1° circolo di Mesagne e, sempre nello stesso 
        circolo, un corso su "Didattica disciplinare: educazione linguistica 
        e logico matematica", strutturato appunto su un modulo relativo alla 
        matematica e uno all'italiano, per il quale è già prevista 
        una fase di richiamo e di approfondimento; 
        due corsi anche presso la media MORO di Mesagne, uno su "Insegnare 
        con il computer, oggi" e l'altro su "Progettare e costruire 
        il sito internet della scuola"; 
        con la media MATERDONA di Mesagne abbiamo strutturato e realizzato un 
        corso su "La didattica modulare"; 
        con il 2° circolo di Ostuni una iniziativa di formazione su "L'orientamento 
        nella scuola elementare e dell'infanzia"; 
        infine, sempre l'anno scorso, due moduli presso l'ITC MARCONI sulla composizione 
        di testi e ipertesti e sull'uso del foglio elettronico excell. 
      In 
        quest'anno scolastico, abbiamo realizzato corsi di formazione, sempre 
        in convenzione, ancora con la Media MORO di Mesagne su "Lavorare 
        con la rete, lavorare in rete; 
        con il Liceo Artistico SIMONE su "Costruire il sito internet della 
        scuola"; 
        abbiamo collaborato con la Media MORELLI CAVALLO di Carovigno su "Flessibilità 
        organizzativa e didattica: confronto, analisi e costruzione di modelli 
        di organizzazione flessibile del tempo-scuola"; 
        abbiamo concordato e realizzato con il 1° circolo didattico di Carovigno 
        un corso su "Autonomia, flessibilità, modularità"; 
        con il Magistrale PALUMBO un modulo introduttivo su "L'organizzazione 
        modulare e flessibile della didattica"; 
        ancora sulla "Didattica modulare" sta per partire un corso che 
        ci è stato affidato dalla Media SALVEMINI-VIRGILIO; 
        in convenzione con l'Istituto Nautico, infine, è in atto un corso 
        su "Organizzazione modulare della didattica, valutazione, autoanalisi 
        di istituto". 
        Ci sono poi da strutturare altre iniziative di formazione con il VII circolo 
        di Brindisi, con il 1° circolo di Mesagne, e con qualche altro istituto 
        dal quale siamo stati contattati. 
      Queste 
        attività, collaborazioni e corsi di formazione/aggiornamento si 
        svolgono sulla base di convenzioni, che vengono stipulate tra istituzioni 
        scolastiche e CIDI: i contenuti e la struttura dei moduli sono il frutto 
        di una elaborazione comune della scuola e dell'associazione. Voglio dire 
        che non vi sono pacchetti precostituiti ma la struttura, la metodologia, 
        i tempi e l'organizzazione dei percorsi di formazione vengono concordati 
        in relazione al tema, agli scopi, ai diversi bisogni formativi e ai contesti 
        specifici di riferimento. In base a questi stessi elementi, e ad altre 
        considerazioni di opportunità, il CIDI Brindisi verifica se ci 
        sono al proprio interno le competenze tecnico-professionali necessarie 
        per la proficua realizzazione delle attività di formazione; in 
        caso contrario, individua all'esterno - compatibilmente con le risorse 
        a disposizione della scuola - gli esperti più idonei. 
       
        Un'altra iniziativa, più particolare, vorrei segnalare - avviandomi 
        a concludere -, perché mi introduce alla seconda dimensione della 
        nostra attività, come avevo anticipato.  
        Mi riferisco a un Protocollo d'intesa, che il CIDI Brindisi ha sottoscritto 
        con la Scuola Media Moro di Mesagne, l'Istituto Tecnico Marconi di Brindisi 
        e il Comune di Mesagne, per corsi di formazione finalizzati al conseguimento 
        della Patente Europea del computer (ECDL): corsi riservati appunto ai 
        cittadini di Mesagne e al personale del Comune di Mesagne, che se ne assume 
        pertanto l'onere finanziario, mentre gli aspetti organizzativi e didattici 
        ed il supporto tecnologico e professionale sono affidati agli altri firmatari 
        dell'intesa. 
        Si tratta di un piccolo esempio, sicuramente circoscritto, di interazione 
        tra risorse professionali e strumentali di un territorio per il soddisfacimento 
        di un preciso bisogno: una cosa come tante altre. Solo che a questa intesa 
        partecipa il CIDI Brindisi: e si è trovato a parteciparvi, anzi 
        a co-promuovere l'iniziativa, perché questa è nata all'interno 
        di un disegno ben più ampio ed ambizioso che stiamo cercando di 
        portare avanti: quello di convincere le amministrazioni comunali a guardare 
        con occhio più attento agli insegnanti e ad investire concretamente 
        sul loro sviluppo professionale. Tanto per cominciare, per esempio, attraverso 
        l'istituzione e la realizzazione di centri territoriali di servizio e 
        di supporto alla professione docente, gestiti in convenzione con i soggetti 
        interessati (le associazioni professionali e le scuole, in primo luogo), 
        forniti di strutture e spazi dedicati, di attrezzature e strumentazioni 
        idonee alla documentazione, alla ricerca, all'incontro e all'interazione 
        di insegnanti e tra insegnanti ed altri operatori della formazione attivi 
        sul territorio, alla elaborazione di pratiche didattiche di qualità, 
        alla organizzazione di archivi didattici, alla realizzazione di reti telematiche. 
        
        Direte che, considerati i rapporti generalmente non proprio idilliaci 
        tra mondo della scuola ed enti locali, stiamo perdendo tempo. Può 
        darsi: ma devo osservare che finora le due o tre amministrazioni a cui 
        abbiamo prospettato l'ipotesi si sono mostrate molto interessate, e disponibili 
        a verificarne concretamente la possibilità di attuazione. Con una 
        di queste, anzi, la verifica comune di praticabilità ha avuto qualche 
        incoraggiante sviluppo. Speriamo bene. D'altronde, come Luciano Corradini 
        può testimoniare, centri di questo genere, a struttura interistituzionale, 
        sono abbastanza diffusi nell'Italia settentrionale, e anche nell'Italia 
        centrale. Forse è il momento che cominciamo a pensarci anche noi, 
        al sud, prima che la devoluzione bossiana ci costringa ad occuparci di 
        ben altre esigenze. 
      Questo, 
        più o meno, è ciò che siamo riusciti a fare, in un 
        anno di impegno. E' tanto? E' niente? E' abbastanza? 
        Non lo so. Sicuramente è POCO: è poco rispetto alla problematicità 
        della situazione attuale e alla incertezza degli scenari che si prospettano; 
        è poco, se consideriamo il numero degli insegnanti attivamente 
        coinvolti, rispetto ai tanti che non lo sono; è poco, perché 
        ogni confronto e ogni riflessione riescono tanto più proficui quanto 
        più ampio e diffuso è l'apporto di chi vi partecipa.. 
      Noi 
        siamo convinti di questo: è il senso stesso della nostra sigla, 
        che significa, come sapete, Centro di Iniziativa Democratica degli Insegnanti. 
        Ed è appunto alle associazioni e agli insegnanti autenticamente 
        democratici, attenti alla dignità del nostro lavoro ed impegnati 
        quotidianamente per la sua qualificazione, che chiediamo il prezioso contributo 
        delle loro idee e della loro opera: per crescere, come dicevo, professionalmente 
        insieme. 
       
        (Fernando Cocciolo) 
        
		
      
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