I punti principali del progetto di legge sulla scuola nella Regione
Emilia Romagna

1) Il biennio integrato: alternativa alla scelta precoce e al doppio canale
Il progetto di legge intende accompagnare il percorso dei ragazzi al termine della scuola media con un biennio formativo integrato che, a seconda dell'istituto scolastico prescelto, conterrà insegnamenti di cultura generale, competenze trasversali e contenuti professionalizzanti. Un positivo intreccio tra sapere e saper fare che si basa anche su stage e tirocini, su azioni orientative e percorsi più personalizzati.
"A 13 anni - spiega l'assessore regionale alla scuola Mariangela Bastico - è impossibile fare una scelta consapevole circa il proprio futuro. Per questo l'obiettivo del biennio integrato non è solo quello di dotare tutte le ragazze e i ragazzi di una cultura di base che possa consentire loro l'apprendimento di saperi che rafforzeranno la loro identità di cittadini consapevoli, ma anche quello di permettere ai giovani di poter cambiare idea, passando dal sistema dell'istruzione a quello della formazione o viceversa. Senza un'offerta formativa integrata di base, chi a 13 anni inizia un percorso nella formazione difficilmente potrà tornare sui suoi passi: troppo onerosi sarebbero i debiti formativi da recuperare per poter rientrare nel sistema dell'istruzione".
Con tale percorso, che prevede il reciproco riconoscimento delle competenze acquisite e dei crediti formativi, sarà realisticamente realizzabile un meccanismo di "passerelle " tra un sistema e l'altro. Il biennio integrato eviterà inoltre la creazione di un doppio canale tra istruzione e formazione, sfuggendo al rischio di creare una scuola di serie A (l'istruzione, ovvero il sistema dei licei) ed una di serie B (le scuole professionali e tecniche).

2) L'integrazione tra istruzione e formazione professionale
La strategia di integrazione, finalizzata al superamento dei canali formativi separati tra loro, è uno dei punti caratterizzanti l'intero progetto di legge. È volta a connotare l'offerta formativa attraverso un forte intreccio tra conoscenze teoriche e applicazioni pratiche; a rafforzare il valore della cultura tecnico-professionale e a introdurre metodologie di apprendimento basate su concrete esperienze e sulla conoscenza degli ambienti e dell'organizzazione del lavoro, al fine di rafforzare la formazione alla cittadinanza, la maturazione di scelte consapevoli e le possibilità occupazionali delle persone. L'integrazione è la premessa perché i crediti formativi comunque conseguiti possano essere utilizzati anche in altro percorso formativo, senza ricominciare da zero e senza disperdere gli sforzi compiuti. L'integrazione è elemento presente nell'intero sistema formativo, concretizzandosi sia nell'obbligo formativo, sia nella formazione superiore (IFTS) sia nella formazione post-laurea (master di I° e di II° livello) sia nell'educazione degli adulti.

3) La continuità della didattica
La proposta di legge regionale punta a costruire progetti di continuità tra il nido e la materna, e tra la materna e le elementari, progetti che siano capaci di differenziare i percorsi educativi a seconda dei ritmi individuali di crescita. La stessa idea di continuità viene proposta anche per sostenere i bambini nel passaggio dalle elementari alle medie. Strumenti importati per realizzare tale continuità sono gli istituti comprensivi, di cui si propone un'ampia diffusione sul territorio regionale, e la progettualità didattica congiunta tra docenti.
"Crescere e imparare - commenta l'assessore Bastico - non è una gara, ma viceversa un percorso che deve portare tutti al traguardo. Attraverso la continuità dei cicli didattici vogliamo favorire il rispetto dei ritmi di crescita di ogni bambino".

4) La scuola fuori dalla scuola
Il pdl prevede che anche fuori dalla scuola, in particolare per i ragazzi che si trovano in difficoltà, vengano creati percorsi che li sorreggano nell'apprendimento con il coinvolgimento dei servizi socio-educativi del territorio, del privato sociale e degli enti di formazione. In particolare saranno realizzati progetti di continuità scolastica tra scuola ed ospedale; di recupero scolastico, formativo e di orientamento per adulti in carcere; di recupero scolastico e di reinserimento nel percorso formativo per adolescenti con problemi di disagio sociale, mentale o collegato a dipendenze; di recupero scolastico e formativo, oltre che di orientamento, per adulti inseriti in comunità per tossicodipendenti.
Spiega l'assessore Bastico: "Non lasciare indietro nessuno, cioè ridurre al minimo la dispersione scolastica e formativa, consentendo anche agli adulti percorsi di recupero, è un obiettivo difficile. Per questo abbiamo previsto strumenti di supporto alla scuola anche fuori dalle aule. La scuola di questa regione ha già fatto molto in questa direzione: la dispersione scolastica in Emilia-Romagna è intorno al 10%, 1/3 rispetto alla media nazionale. Tuttavia bisogna continuare lungo questa strada: non è ammissibile che ancora oggi ci siano ragazzi e ragazze senza istruzione, senza titoli spendibili sul mercato del lavoro, abbandonati a un futuro a rischio di sottoccupazione ed emarginazione".

5) L'alternanza scuola-lavoro: l'impresa formativa
Il progetto di legge riconosce, quale metodologia didattica, l'apprendimento in ambiente lavorativo, attraverso tirocini, stage e alternanza scuola-lavoro. Tuttavia, non tutti gli ambienti di lavoro possono diventare luoghi di apprendimento. Perciò la Regione, in accordo con le parti sociali, definisce i requisiti che le "imprese formative" devono possedere. Tali requisiti sono riferiti in particolare all'eccellenza dei risultati ottenuti nella gestione aziendale, alla propensione al miglioramento continuo e alla valorizzazione delle risorse umane, alla disponibilità di personale di supporto all'apprendimento, alla dotazione di tecnologie avanzate.
"Conoscere il mondo del lavoro - commenta l'assessore - le sue relazioni, i temi della sicurezza, argomenti su cui il sistema scolastico è assai carente, è di straordinaria rilevanza per formare cittadini consapevoli".

6) Il libretto formativo personale
Il progetto di legge stabilisce che ogni persona ha diritto ad ottenere il riconoscimento e la certificazione delle competenze acquisite. Tale riconoscimento può essere utilizzato per conseguire un diploma, una qualifica o un inquadramento professionale. Per questo la Regione promuoverà accordi tra sistema formativo e parti sociali per la definizione di procedure comuni per il riconoscimento, la certificazione e l'individuazione degli ambiti di utilizzazione delle diverse competenze.
Le certificazioni che una persona ottiene nell'arco della sua vita sono iscritte, a richiesta degli interessati, in un libretto formativo personale rilasciato all'atto della prima iscrizione a una attività di istruzione o di formazione professionale successiva alla terza media. Poiché il progetto di legge persegue l'obiettivo che l'istruzione e la formazione siano per tutti e per tutto l'arco della vita, questo nuovo documento personale potrà contenere anche gli attestati di frequenza relativi a percorsi di istruzione non scolastica, ovvero le competenze e i crediti comunque acquisiti e documentati.

7) Non smettere mai di imparare
Dalla scuola alle università della terza età, dagli atenei ai Comuni, dagli enti di formazione alle associazioni di volontariato: sono questi i soggetti che concorrono a dar vita al sistema dell'educazione per adulti, ovvero alle opportunità di istruzione e formazione per tutto l'arco della vita (tutte iscrivibili nel libretto formativo personale) e non solo nelle fasce di età tradizionalmente dedicate all'apprendimento.
"Creare un sistema che consenta di non smettere mai di imparare - spiega l'assessore - significa consentire il recupero di coloro che, da giovani, si sono dispersi. Significa aggiornare le proprie competenze professionali o di istruzione, migliorando la propria occupabilità e la competitività delle imprese".

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