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       Spoils- system e scuola 
          
      Il 
        sistema delle spoglie in un bottino di guerra, secondo il significato 
        di questa formula di moda, con la legge Frattini, ha avuto i suoi esiti 
        in questi giorni con un forte avvicendamento, o epurazione come afferma 
        qualcuno, dei dirigenti pubblici.  La 
        riforma della dirigenza pubblica, avviata dal governo Prodi e dal ministro 
        Bassanini, correlava la dirigenza a un contratto di tipo privatistico, 
        alla funzione e al rendimento verificabile ed eventualmente rinnovabile 
        in tempi determinati. Con la legge Frattini le norme hanno subito accelerazioni 
        e modifiche stravolgenti, con la decadenza di molti tra i dirigenti di 
        primo livello, con contratti annullati innanzi tempo, con il possibile 
        effetto a cascata sui dirigenti di seconda fascia, in una cultura del 
        maggioritario intesa come mandato assoluto di dominio dei vincitori, dalla 
        Sanità ai Lavori pubblici, all'Istruzione. Ne 
        hanno parlato Pirani e Cassese recentemente, denunciando una situazione 
        di conformismo e di dipendenza che si produce anche se il dirigente non 
        viene rimosso. Basta la minaccia della rimozione per creare uno stato 
        di soggezione. Non 
        sembra che questo argomento interessi molto gli operatori della scuola, 
        quella di tutti i giorni, più attenta giustamente ai tagli di spesa, 
        al blocco delle assunzioni, alla riduzione di organici e al concreto fare 
        scuola sempre più difficile.  Eppure 
        qualche riflessione è utile e necessaria. Anche 
        nella scuola sono stati rimossi molti direttori generali e regionali. 
        Non si tratta di discutere sul valore dei rimossi e dei nominati. Vi sono 
        degnissime persone tra i primi e tra i secondi. Si tratta di porsi interrogativi 
        per il futuro a partire da alcuni segnali preoccupanti sul clima di insincerità 
        e di soggezione che si vive sempre più fortemente negli ambienti 
        di potere relativi alla scuola. Che 
        nel Ministero dell'Istruzione ci sia stato in questi ultimi tempi un clima 
        pesante, in attesa di vedere le conferme e disconferme, che si siano paventati 
        i saluti e le relazioni con i possibili segnati dalla emarginazione, è 
        nella logica della commedia umana di Balzac e di sempre. Che per restare 
        in sella molti abbiano fatto professione di appartenenza, cambi di giacca 
        e operazioni di allineamento, rientra nella stessa logica del potere che 
        sembra non di immediato interesse per la scuola. Preoccupano 
        invece gli effetti a cascata., sui dirigenti scolastici soprattutto, su 
        una dirigenza anch'essa soggetta a contratto privatistico e a valutazione 
        di risultato. Se 
        si correla questo dato con il nuovo sistema del riordino degli Organi 
        Collegiali della scuola che prevede un nucleo di valutazione scolastico 
        ancora in discussione nella sua composizione, c'è di che aver timore. 
        Quali i rischi di conformismo, gli allineamenti , le logiche di opportunismo 
        strisciante che si potranno insinuare nei dirigenti scolastici presi dalla 
        morsa di una valutazione esterna e interna tutta da costruire nelle sue 
        linee e obiettivi? La scuola dell'Autonomia ha bisogno, invece, per portare avanti ipotesi serie e meditate, nel confronto e nella chiarezza di posizioni, di una dirigenza scolastica colta e intraprendente, capace di promuovere le occasioni di crescita, di percorrere le strade del cambiamento con serenità, di valorizzare gli insegnanti, di ampliare gli spazi di intervento della scuola nell'orientamento della politica scolastica. Senza 
        paure e pregiudizi. Acquiescenza e autocensura possono spegnere la parte 
        migliore della scuola che chiede di lavorare con tranquillità, 
        anche sbagliando, provando e riprovando in campo educativo dove i risultati 
        non si controllano nell'immediato e sono il frutto non solo della bravura 
        di uno ma di un sistema di attenzione e di cura.  Se prevarrà la logica dello spoils-system, esplicito o implicito, anche per la scuola, sarà aperta la strada a una disarticolazione del sistema pubblico dell'istruzione. Con effetto a cascata, si arriverà alla diretta nomina dei docenti da parte dei dirigenti scolastici in un sistema di appartenenze e di efficienza che avrà poco a che fare con l'efficacia della formazione. Dal 
        garantismo del dipendente pubblico che forse aveva bisogno di ammodernamento, 
        agli esiti perversi dello spoils-system vi può essere una strada 
        più breve di quanto sembri. Beatrice Mezzina  |