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Libro bianco sulla scuola | | |
Presentazione
Sergio Cofferati
Da un anno a questa parte, con il governo del centro destra, stiamo assistendo al tentativo di mettere
in discussione alcune funzioni primarie del pubblico e dello stesso Stato laico, riducendo gli spazi
di democrazia e di cittadinanza, tanto dentro che fuori il mondo del lavoro.
Grave è stata, in questo senso, la decisione di bloccare, come primo
atto concreto e insieme simbolico, la riforma dei cicli scolastici per
sostituirla con un insieme di provvedimenti, assai confusi a dire il
vero, nel tentativo di modellare la scuola su criteri arcaici e classisti;
un’idea di scuola che punta sul familismo e l’individualismo come collante
di una società in cui non ci sono più margini per la solidarietà e i
diritti delle persone.
Quella decisione non va sottovalutata, va interpretata e letta per quello
che è nel concreto, ovvero un attacco alla scuola pubblica, reso ancora
più esplicito dall’uso del buono scuola fatto da diversi governatori
regionali del centro destra, non per consentire la realizzazione del
diritto allo studio di ogni persona, ma per dare impulso alla domanda
di una formazione privata, per dare ulteriori possibilità e vantaggi
ai più ricchi, aggirando così i vincoli costituzionali.
La scuola e la formazione sono oggi minacciate nella loro funzione primaria
di essenziali strumenti e luoghi dove permettere a tutti il dispiegarsi
della propria personalità, delle proprie opportunità, oltre ogni idea
di determinismo sociale, quali strumenti di cittadinanza nel mondo del
lavoro e nella società, oltre quell’intreccio tra liberismo e populismo
che rappresenta invece la chiave di lettura più adeguata dei provvedimenti
messi in campo dal governo di centro destra: la Finanziaria 2002, il
Libro Bianco, le proposte sull |