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AUDIZIONE ALLA CAMERA SUL PDL APREA

La Rete degli studenti medi ha espresso tutta la sua contrarietà al progetto di legge



Il progetto di legge dell'onerevole Aprea continua nel suo iter parlamentare, dritto verso l'approvazione! Che cosa cambierà? Le scuole diventeranno fondazioni e gli organi collegiali spariranno!

Oggi al Rete ha espresso el proprie perplessità sul progetto di fronte alla stessa Aprea e alla VII Commissioni cultura della Camere, quella che si occupa, tra le altre cose, di scuola.

Leggi il resoconto e le posizioni espresse...

Questa mattina dalle 11,30 alle 15,00 si è svolta l'audizione alla VII Commissione Cultura della Camera dei Deputati, presieduta dallo stesso on. Aprea, autrice della Proposta di Legge 953 in discussione.
La Rete degli Studenti Medi, sin dalla sua presentazione il 25 maggio 2008, si è detta profondamente contraria alle disposizioni inserite all'interno della proposta di legge su "Norme per l'autogoverno delle istituzioni scolastiche e la liberta di scelta educativa delle famiglie, nonché per la riforma dello stato giuridico dei docenti".

Il progetto di legge non deve essere analizzato in maniera svincolata dall'azione governativa degli ultimi mesi in materia di istruzione: in particolare crediamo che unito ai pesanti tagli attuati con le legge 133 e confermati nella legge finanziaria 2009, il p.d.l. in questione porti a una modifica strutturale e sostanziale del nostro sistema di istruzione e formazione, senza per giunta porre in maniera chiara e palese al Parlamento e al Paese l'intenzione sottesa dalla maggioranza governativa.
Durante l'audizione abbiamoespresso la nostra contrarietà a questo progetto, che riteniamo profondamente ideologica e ormai superata. L'idea della scuola azienda, che percepisce fondi esigui dallo Stato e si rivolge a privati, imprese ed enti locali, facendoli anche entrare negli organi di governo della scuola è alla base di questo provvedimento. Ne è una prova, non solo in riferimento al nome, la sostituzione del Consiglio d'Istituto con un Consiglio d'amministrazione, all'interno del quale è garantita la sola presenza degli studenti e dei genitori, senza che venga però chiarita la consistenza numerica né le modalità di elezione, che vengono lasciate alla libera autoregolamentazione dello stesso Consiglio.
Alle nostre critiche in merito alla completa cancellazione, di fatto, delle rappresentanze esponenti della maggioranza hanno reagito affermando che "gli studenti sono dei conservatori" e invitandoci a cambiare il nostro atteggiamento nei confronti delle "innovazioni" della scuola.
Noi abbiamo invece chiarito, insieme ad altre organizzazioni, che una riforma degli organi collegiali non solo è auspicabile, ma è necessaria. Tuttavia è necessaria in via migliorativa, con un aumento della partecipazione degli studenti al governo della scuola, che certo non può avvenire con l'annientamento delle rappresentanze.
Continuiamo a ribadire che una riforma degli organi collegiali e del governo della scuola sia assolutamente prioritaria, ma che debba passare attraverso un processo di condivisione ampio, che coinvolga tutte le componenti della scuola e parta da un'analisi seria e approfondita su limiti e mancanze dell'attuale sistema.
Inoltre, quasi tutte le associazioni studentesche presenti all'audizione hanno espresso diverse perpelssità sulla norma che prevede la trasformazione delle scuole in fondazioni.
Secondo alcuni, questa misura dovrebbe agevolare l'afflusso di contributi economici esterni alla scuola (chissà quali, in un periodo di crisi come questo!). Ma, in realtà, unita alla cosiddetta quota capitaria (il finanziamento statale che le scuole percepirebbero sulla base del calcolo: costo medio per alunno X numero degli alunni della scuola) si traduce in un ulteriore inasprimento della politica di tagli portata avanti dal governo. A farne le spese saranno come sempre le scuole più piccole, quelle isolate o situate nelle zone più svantaggiate d'Italia, in particolare nel Meridione. A farne le spese, come al solito, saranno dunque gli studenti.

Infine, abbiamo chiesto ripetutamente che vi siano altri momenti di confronto sull'andamento dei lavori in Commissione, dato che oggi non era possibile conoscere il testo di legge che sarà sottoposto all'esame del Parlamento, date le molteplici proposte sugli stessi temi, sia di maggioranza che di opposizione, ancora in discussione presso la VII Commissione.

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