LO SVILUPPO EMOTIVO DAI TRE AI SEI ANNI



Tutti sappiamo che per  comprendere la nostra vita interiore dovremmo risalire al passato, ai fatti e alle fasi della nostra vita, perché nel passato si ritrovano i semi del presente e  la nostra essenza di oggi. Sicuramente questa analisi potrebbe aiutarci  a capire  e guidare i nostri figli lungo quel faticoso cammino che 'e la costruzione del sé .Non ci sono dubbi che il periodo  che va dai 3 ai 6 anni sia fondamentale per lo sviluppo emotivo del bambino, infatti in questo momento si forma un primo rapporto educativo con l'adulto e con il contesto in cui il bambino vive.


Lo sviluppo emotivo comincia dalla nascita: a  3 mesi il bambino non solo sorride quando e' soddisfatto, ma piange quando vede scomparire la figura umana che per lui significa benessere. A 6 mesi si arrabbia quando gli viene tolto un giocattolo e a 8 mesi distingue molto bene i volti noti e si spaventa  alla vista dell'estraneo.


A 18 mesi il legame emotivo con la madre e con gli adulti che gli stanno intorno, si e' già strutturato in un vero e proprio rapporto affettivo, quello che si potrebbe già chiamare  amore
I primi sentimenti di affetto verso i coetanei sorgono in ritardo rispetto a quelli verso gli adulti, probabilmente perché non si legano direttamente ai bisogni primari: non si verificano prima dei due anni

Verso i tre anni il bambino  affronta una fase fondamentale nello sviluppo interiore, l'opposizione. Questo atteggiamento compare in un preciso momento della crescita, con una prima affermazione dell'IO. In questo modo il bambino e' spesso capriccioso e ostinato; in pratica egli sperimenta così la sua raggiunta autonomia di fronte al mondo.

E' subentrata l'età dell'ostinazione, ogni cosa che gli si chiede provoca un atteggiamento oppositivo. E costantemente dice no, spesso senza nemmeno conoscere i motivi del suo rifiuto. I capricci sono all'ordine del giorno.

Ciò provoca irritazione e malcontento  in noi, giudicando questi atteggiamenti un segno di cattiva educazione o segnali di un indole ribelle.
Invece dietro questo comportamento c'e' un significato: la reazione che si accompagna alla caparbietà, crisi di collera, reazioni violente.
Praticamente e' una fase di separazione interiore e l'affermazione dell'IO sugli altri.
IO che e'  in cerca della propria autonomia.

Sotto questo aspetto appare chiaro che  questa fase non e' negativa anzi e' di emancipazione, di costruzione , quindi necessaria.
Per questo occorre esserne consapevoli e guidarla, tenendo  conto che il bambino non puo' essere in grado di scegliere ciò che non conosce.

Pensiamo ad esempio al frequente rifiuto verso alcuni cibi di cui non conosce il sapore, o verso alcuni ambienti nuovi e sconosciuti.


Le cose da fare:

-         avere flessibilità e fermezza

-         essere pronti al dialogo e alla comprensione

-         porre richieste e doveri


Sul primo punto è necessario che i genitori siano disponibili e comprensivi nei confronti dei bambini, ma nello stesso tempo facciano loro rispettare le regole e li invitino a nuove esperienze, vincendo la loro riluttanza di fronte alle richieste fatte, nel rispetto della volontà dell'adulto.

Per quanto riguarda il secondo punto si tratta di instaurare un primo dialogo per far prendere al piccolo una prima consapevolezza dei suoi atteggiamenti.

Attraverso la comunicazione si deve rispondere alla sua esigenza di conoscere, esplorare, di tessere rapporti, connessioni e relazioni.

Nasce qui la prima educazione all'emotività, ai sentimenti, la capacita di trasformare la oppositività con un atteggiamento assertivo.


Il terzo punto  riguarda le richieste, l'impegno e i doveri.

Già dai primi anni al bambino può essere commissionato alcune cose da fare, ad esempio semplicemente aiutare ad apparecchiare la tavola, riordinare i giochi, in questo modo egli si sente utile ed importante nella gestione della famiglia.

Da qui nasce l'immagine che darà la sicurezza e la realizzazione di sé.
Probabilmente dopo molti anni,  nella fase adolescenziale si ripeterà di nuovo il senso dell'opposizione Ogni volta che c'e' un momento di crescita e affermazione di sé l'individuo si oppone agli altri.

Se tuttavia le fasi precedenti sono state finalizzate  non solo a contenere sentimenti,  ma  a modellare un bambino  in un persona che pensa, non solo contenitore di sentimenti , ma elaborazione  di pensiero , allora davvero il futuro non dovrà preoccuparci.



Marisa Bracaloni