Mastery learning


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Mastery learning

Quando si parla di individualizzazione dell'insegnamento, di personalizzazione del curricolo, di organizzazione flessibile, di attenzione alla variabile tempo, non si può non avere come riferimento la teoria del mastery learning, così come è stata classicamente elaborata da Bloom e Carrol. E' noto il nucleo concettuale di tale teoria: se si offre a ciascuno il tempo di apprendimento che gli è necessario, sarà possibile per ogni alunno raggiungere la padronanza negli obiettivi proposti. Il buon apprendimento è visto come ottimizzazione del rapporto tra il tempo che è necessario a ciascun alunno e il tempo reale che l'insegnante concede.     Chiamiamo utopia questa sfida lanciata alla didattica, non perché sia priva di fondamento la teoria, e nemmeno perché, finora, la pratica sia ancora troppo distante dagli ambiziosi obiettivi del mastery. La chiamiamo utopia in senso positivo, individuandovi, più ancora che una strategia una istanza, che non finisce di scuotere e sfidare la pratica didattica diffusa.  La riforma della scuola che si delinea ci sembra orientata da una tale provocazione. L'idea guida è infatti data dalla volontà di garantire il successo scolastico di ogni alunno, e questo è possibile solo realizzando una scuola su misura. Una istituzione scolastica che ha autonomia di organizzarsi e di operare scelte didattiche non derivanti da direttive "centrali" si trova davanti a questa sfida, con la responsabilità di farvi fronte, con l'ambizione di tentare.

 

 

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