Stalking


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dr. Gennaro Iasevoli psychologist, professor of forensic psychology –

 

Vessazioni, pressioni, angherie, maltrattamenti, tormenti, oppressioni, soprusi, persecuzioni a mezzo di parole, scritti, telefonate, sguardi, immagini, menzogne, interventi sull'ambiente, sottrazioni, dileggiamenti, danneggiamenti, rappresentano lo stalking.

Etimologicamente il termine rappresenta il cacciare (andare a caccia della persona da trovare) pertanto oggi lo si usa per dire: appostare, pedinare nascostamente, accostare furtivamente o di soppiatto, seguire stando in agguato, inseguire ripetutamente dal proprio appostamento la vittima prescelta, controllare tutti i movimenti, entrare nelle abitudini di una persona in maniera assillante, tormentare e molestare attraverso un contatto intrusivo ed assillante, che può sfociare in situazioni patologiche e criminogene.

Lo stalking non viene scoperto subito e non viene capito chiaramente dalle vittime nella sue degenerazioni patologiche e criminali, perché nasce lentamente dopo una frequentazione amicale od affettiva; la persona si accorge di essere diventata vittima di stalking (“caccia”, “appostamento”, “limitazione”) soltanto quando la sua giornata ormai è tempestata da intrusioni ossessive (obsessional relational intrusion), modifiche, costrizioni, offese e minacce (criminal harassment) da parte di un estraneo che ti segue, sorveglia, spia, fotografa, telefona anonimamente di giorno e di notte, manda messaggi, sms, e-mail, inserisce bigliettini anonimi nella cassetta postale o sotto i tergicristalli dell'auto.

Proprio per arginare il grave fenomeno criminale (stalking) il 23 febbraio 2009, col Decreto legge del numero 11, riportato dalla Gazzetta Ufficiale del 25 febbraio 2009 (ma non ancora divenuto Legge) è stato introdotto un articolo (al 612 bis) nel codice penale, che prevede la punizione della persecuzione “stalking”, mediante la reclusione, da sei mesi a quattro anni, di chiunque, minaccia o molesta continuativamente una persona in modo da procurargli “un perdurante e grave stato di ansia o di paura, ovvero da ingenerare un fondato timore per l'incolumità propria o di un prossimo congiunto”.

Conoscendo esattamente quali siano le manifestazioni dello stalking, stiamo imparando anche a difenderci attraverso il monitoraggio degli atti di persecuzione e mediante le denunce tempestive delle pressioni ricevute, ma non ancora abbiamo toccato le radici del fenomeno che trova le sue origini genetiche principalmente nella mente “bambina” degli uomini dotati di un'intelligenza che non cresce. Principalmente i maschi che abbiano un'origine genetica compromessa da nonni e genitori alcolizzati, drogati o luetici, mostrano già dopo i dieci anni, ritardi intellettivi e tendenza al gioco infantile che poi si trasformano in fissazione, divenendo richieste assurde e pressanti nei confronti dei genitori, degli amici, dei conoscenti e dei partner. Lo stalking è quindi soprattutto un gioco bambinesco realizzato dai soggetti che hanno un'intelligenza che non cresce. Soltanto da pochi anni si sta osservando con più attenzione psicologica il modo di vivere di questi soggetti, che all'apparenza sono del tutto normali perché sono dei pacifici consumatori di beni e risorse, ma hanno un'intelligenza che non cresce, cioè che si ferma all'età del gioco adolescenziale e non sono capaci di produrre sul posto di lavoro. Soprattutto i maschi creano problemi, mentre le donne borderline non sono notate nella società, perchè il loro comportamento poco intelligente è camuffato dall'istinto materno e dai vezzi frequenti nel genere femminile. Un grido d'allarme si sta lentamente sollevando, perchè c'è molto da scoprire in questa massa planetaria di soggetti affetti da blocco precoce dell'intelligenza; essi hanno 25, 30, 40, 50 anni ma la loro intelligenza e la loro morale è e sarà sempre quella di un ragazzo di dodici anni o al massimo di quattordici, più o meno. Perciò per tutta la vita prenderanno fissazioni, perseguitando gli altri con richieste assurde. Vogliono sempre averla vinta, sfidano bambinescamente le mogli e gli amici, col chiasso e con le distruzioni e se abbandonati dalle mogli non esitano ad uccidere i figli e a suicidarsi. E' un grosso problema perché con l'aumento dell'uso delle droghe, dell'alcol puro addizionato alle bevande ghiacciate, delle malattie dipendenti da pratiche sessuali, è aumentato esponenzialmente il numero di questi soggetti “dall'intelligenza che non cresce” e non è del tutto azzardato dire che siamo quasi al 50 per cento dei nuovi nati.

Un vero tsunami di nascite di soggetti a rischio la cui intelligenza smette repentinamente di crescere già dopo i dieci anni, dopo un primo rallentamento che già si nota ad otto anni: sono allegri, scherzosi e burloni, ma non smetteranno di scherzare con superficialità nemmeno a venti, trenta, quaranta e cinquanta anni, si aggregano al branco e cercano negli altri la loro guida. Sono creduloni ed amano le esperienze forti e fiabesche. Intanto collezionano per tutta la vita delusioni, scontri, incidenti, esclusioni sociali, divorzi e, se abbandonati, non si esimono da persecuzioni bambinesche, dispetti infantili e stalking, che talvolta culminano nell'omicidio-suicidio. Le persone nate con l'intelligenza bloccata da fattori genetici, (esseri umani sfortunati per colpa dei genitori malati, drogati, alcolizzati, afferenti a particolari aree degradate del pianeta) difficilmente riusciranno a recuperare, nonostante le più moderne terapie.

La scoperta di un'enorme numero di persone con l'intelligenza bloccata dall'adolescenza è molto recente. Molti non ne vogliono parlare perché coinvolgerebbe una percentuale molto alta dei “figli” dell'alcolismo, della droga e della lue. Però il fenomeno è allarmante e si nota anche sui posti di lavoro ove in molti non riescono ad seguire le istruzioni di progetto si aggrappano al collega più intelligente per procedere senza errori. Gli stessi capisquadra, per esempio nei lavori meccanici o edili, sono costretti a fare una veloce valutazione ed affidano i “meno intelligenti”, quando sono indispensabili perchè robusti e resistenti, alla guida di un lavoratore più responsabile mentalmente, senza peraltro entrare in spiegazioni particolari.

Vero è che il numero delle donne borderline è pressoché identico a quello dei maschi ma è più nascosto sotto le apparenze dei vezzi e dei comportamenti materni, ma certamente si dedica anche allo stalking. Il problema delle mutazioni genetiche è strettamente legato alle malattie ed alle sostanze e persino al tabagismo, questo ormai viene detto in più sedi. Ma non essendo un genetista preferisco guardare soltanto agli effetti psicologici rilevabili nei borderline rispetto alle patologie familiari a monte esistenti, statisticamente osservabili e dichiarate.

Per ottenere i numeri percentuali gli esperti individuano una regione geografica e poi confrontano i dati dei tabalgisti, drogati, alcolizzati, luetici col numero di borderline che si ricava dalla ripetenza scolastica abbandoni, incapacità di ordine personale durante la frequenza scolastica, rilascio disordinato dei servizi igienici, bulimia e sciatteria, infezioni da contagio giovanile, vandalismi dei monumenti, vandalismi nelle scuole, refrattarietà sociale alle buone regole di civiltà, lancio di mozziconi, rilascio lattine e contenitori di liquidi. Comunque il mondo disordinato dei borderline è perfettamente compatibile con lo stalking e con l'omicidio suicidio quando il debole prevede l'abbandono da parte della persona scelta come rassicurante e compiacente. Per ora è chiaro che il numero dei borderline cresciuto moltissimo principalmente nelle aree più degradate, ma siamo solo agli inizi di queste nuove scoperte psicosomatiche.

Per quanto detto, rimane valido il principio dell'informazione e della prevenzione che devono partire urgentemente da un'attenta diagnosi e da una sufficiente igiene alimentare e comportamentale.

G.I.

 

Il sito del Prof. Gennaro Iasevoli, Università Parthenope, Facoltà di giurisprudenza, Napoli 2009.

 

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