Stop al bullismo 
         
            
         
        Prefazione di Peter Smith, University 
          of London  
       
       
        Il bullismo scolastico, o semplicemente “il bullismo” com’è 
        spesso chiamato in italiano, è stato riconosciuto come un problema 
        sociale grave. Le indagini su questo tema cominciarono 25 anni fa e gli 
        studi a livello internazionale si sono sviluppati in particolare negli 
        ultimi 10 anni. La maggior parte di questi sforzi si sono concentrati 
        su che cosa possiamo fare per mettere uno “Stop al bullismo”. 
      Quest’interesse per 
        il bullismo scolastico scaturisce dall’aver individuato le sue conseguenze 
        negative. Le vittime di bullismo spesso soffrono di bassa autostima, e 
        possono manifestare sintomi psicosomatici che interferiscono con il lavoro 
        scolastico. In situazioni estreme, ci sono casi di suicidio dovuti al 
        disagio causato dal bullismo scolastico. Alcuni dei bambini che mettono 
        in atto il bullismo possono essere disturbati psicologicamente; altri 
        possono essere relativamente sicuri di sé e popolari, ma si impegnano 
        nel bullismo volontariamente se possono ricavarne dei vantaggi (denaro, 
        prestigio, ecc.) in una scuola e nel gruppo dei coetanei che permette 
        tutto questo. 
      A livello scolastico è 
        stato effettuato un numero considerevole di interventi su larga scala 
        contro il bullismo e il loro successo è variabile. I primi studi 
        di Olweus in Norvegia ottennero una riduzione del bullismo del 50%, ma 
        dopo altri 15 anni di ricerca, questi sembrano essere i risultati massimi 
        raggiunti dalla conoscenza attuale; l’esito più comune è 
        una riduzione nell’ordine del 10-20%. Questi risultati naturalmente 
        sono ancora apprezzabili, ma dimostrano che abbiamo ancora molto da imparare 
        sulle azioni e le strategie più efficaci. 
      Quali fattori sono importanti 
        per il successo? Probabilmente il fattore più importante è 
        l’ampiezza del consenso con cui una scuola implementa interventi 
        anti-bullismo a livello dell’intera popolazione scolastica. Un intervento 
        sostenuto ed attuato in gran parte da ricercatori esterni, e/o cui partecipano 
        solo alcune parti della scuola, sembra essere meno efficace. Inoltre è 
        importante iniziare presto; generalmente, gli interventi nelle scuole 
        elementari sembrano avere risultati migliori di quelli effettuati nelle 
        scuole medie e superiori. Gli interventi hanno bisogno di tempo per radicarsi 
        - un quadrimestre non è abbastanza - e devono essere mantenuti 
        nel tempo; il lavoro anti-bullismo è un processo continuo. 
      Anche un approccio sistemico 
        è utile. Molti interventi appaiono complementari gli uni agli altri. 
        Una politica scolastica contro il bullismo è utile e forse essenziale 
        come quadro di riferimento. Gli interventi a livello di gruppo-classe 
        come le attività curricolari, l’aumento della vigilanza, 
        e sanzioni chiare contro il bullismo sono importanti. E lo sono anche 
        le azioni per cambiare il clima del gruppo dei coetanei, attraverso i 
        modelli di supporto tra coetanei. Il lavoro con i genitori è una 
        componente vitale. La scuola è anche inserita in una comunità, 
        così bisogna tenere a mente il contesto più allargato. 
      C’è molto 
        lavoro ispirato che viene portato avanti in questo campo in Italia. Il 
        libro si aggiunge alla crescente letteratura sull’argomento e sarà 
        utile per gli insegnanti, i genitori e tutti coloro che si adoperano per 
        ridurre il bullismo a scuola e per incrementare la felicità e il 
        benessere dei bambini a scuola. 
      
      
      Bibliografia 
      Fonzi A. (a cura di, 1997). 
        Il bullismo in Italia. Giunti, Firenze. 
      Genta M.L. (a cura di, 
        2002). Il bullismo. Carocci, Roma. 
      Menesini E. (a cura di, 
        2000). Bullismo: che fare? Giunti, Firenze. 
      Smith P.K., Morita Y., 
        Junger-Tas J., Olweus D., Catalano R., Slee P., (a cura di, 1999). The 
        nature of school bullying: a cross-national perspective. Routledge, Londra. 
      Smith P.K., Pepler D.K., 
        Rigby K., (a cura di, 2004). Bullying in schools: how successful can interventions 
        be? Cambridge University Press, Cambridge. 
      
      Traduzione di Federico 
        Colombo 
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