Misurazione


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Misurazione

Esiste una contaminazione di differenti fattori che interviene nella pratica valutativa corrente; bisogna precisare che tale contaminazione è favorita da mancanza di chiarezza circa la struttura stessa della valutazione, o da eccessive semplificazioni nella formulazione dei giudizi. Infatti, ciò che viene comunemente indicato come «valutazione» costituisce la risultante di due operazioni, delle quali la prima è rappresentata dalla misurazione , e l'altra dalla valutazione propriamente detta. La misurazione consiste nell'acquisizione di una informazione organizzata relativa a determinati fenomeni; la valutazione nello stabilire la rispondenza delle misurazioni effettuate a determinate ipotesi che sono alla base dell'attività formativa. E' chiaro che la valutazione sarà tanto più consapevole e argomentata quanto più numerose e precise saranno le informazioni su cui essa si appoggia. Ne viene l'opportunità di distinguere, anche operativamente, le due operazioni: bisogna provvedere, nella programmazione dell'attività didattica, momenti di rilevazione delle informazioni, parte delle quali può costituire oggetto immediato di valutazione, parte invece può essere accumulata per successivi e più ampi giudizi. I problemi connessi con la valutazione educativa sono numerosi e di non facile soluzione. Ciò deriva dalla particolare natura dei fenomeni che devono essere sottoposti a misura: si opera in un contesto in cui esiste una continuità tra aspetti qualitativi e quantitativi che spesso rende precario ogni tentativo di separazione. Bisogna, perciò, disporre di strumentazioni tecniche e metodologiche che sottraggano la funzione di misurazione all'arbitrarietà che solitamente la contraddistingue: le comparazioni intuitive, che sono alla base di gran parte della valutazione scolastica, non solo forniscono cattive misurazioni, ma non consentono neanche di effettuare valutazioni dei fenomeni considerati utili ai fini della conduzione dei processi di formazione. Esiste probabilmente una diffidenza di origine culturale nei confronti della misurazione: si teme cioè di inaridire, attraverso il ricorso a metodi quantitativi, una realtà complessa e riccamente articolata come è quella sottostante alle situazioni educative. Si è anche ideologizzato il problema, facendo corrispondere a una scelta di libertà il rifiuto della riduzione quantitativa di fenomeni che hanno per protagonisti soggetti umani. La polemica si fonda su presupposti sostanzialmente equivoci: non si tratta di una alternativa tra misurazione e non misurazione, ma tra una misurazione affidata ad apprezzamenti momentanei e soggettivi e una che rende espliciti i propri criteri.

 

I devoti della misurazione (G. Gabrielli)

 

 

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