LO STRUTTURALISMO


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LO STRUTTURALISMO

di

Gino Martorelli

 

Lo Strutturalismo rappresenta una corrente di pensiero che ha avuto notevoli influenze su diversi campi delle scienze sociali tra l'inizio degli anni '60 e la metà degli anni '70. Seguendo J. Piaget, è possibile intravedere due ordini di problemi che, in qualche modo, hanno tenuto impegnate un pò tutte le diverse discipline che hanno contribuito alla definizione di questo approccio. Possiamo quindi intravedere il problema   legato all'ideale positivo e quello legato alla attività critica che ogni disciplina ha portato avanti nell'utilizzo della nozione di struttura.

Al di la delle differenziazioni e delle polemiche nate nell'affrontare le problematiche di ordine critico, è il carattere positivo che ha maggiormente contribuito all'emergere dello strutturalismo come un nuovo e promettente approccio allo studio dei fenomeni naturali. L'idea o, meglio, il postulato che vede nella "struttura" un elemento autosufficiente, che non ha bisogno di ricorrere ad elementi estranei alla propria natura per essere colta, ha portato le diverse discipline alla realizzazione di formalizzazioni   in grado di caratterizzare sempre meglio le dinamiche proprie dei diversi sistemi studiati. Questa intensa e profonda attività ha permesso di scoprire, nelle diverse discipline, caratteri e proprietà generali appartenenti a diversi sistemi, ed ha contribuito così alla definizione di quella che potremmo definire la "universalità strutturale".

Volendo dare una prima definizione del concetto di "struttura" possiamo osservare che essa si presenta come un sistema di trasformazioni. Tale sistema, spostando l'accento dalle proprietà degli elementi costitutivi alle relazioni dinamiche che li legano, emerge ad ogni istante proprio grazie al gioco stesso delle trasformazioni operate sui propri elementi. Tali trasformazioni, contribuendo alla formazione dell'identità stessa del sistema, rendono meno pregnanti o addirittura inutili i ricorsi ad altri elementi o strutture esterne al sistema studiato. Possiamo quindi individuare tre caratteristiche fondamentali mostrate da ogni struttura:

  • Totalità ;

  • Trasformazioni ;

  • Autoregolazione.       

E' importante notare che ogni struttura deve dar luogo a una formalizzazione. Mentre la struttura in sé può essere del tutto indipendente dalla impostazione teorica seguita dal ricercatore, le formalizzazioni che essa permette possono essere diverse e, in linea di principio, dipendono dalla impostazione teorica dalla quale si parte.    I diversi piani di formalizzazione possono dare origine a diverse algebre generative e diversi modelli cibernetici. Di conseguenza la possibile universalità presentata da una struttura, cioè la sua tendenza alla globalità, va resa attuale e pertinente precisando ogni volta la formalizzazione che permette di ricostruire, con il miglior grado di approssimazione possibile, le dinamiche proprie del sistema e la sua evoluzione nello spazio-tempo.

Il "vincolo" della formalizzazione, nel senso sopra indicato, ed il concetto di "trasformazione", risultano particolarmente importanti per delimitare il campo proprio di uno strutturalismo orientato positivamente. La logica in sé infatti, pur facendo appello a forme sintattiche e semantiche ben definite, non porta sempre a strutture in quanto strutture d'insieme e di trasformazioni.       

Al di là delle diversificazioni dovute alle teorie e culture attraverso le quali lo Strutturalismo si è formato, esso trova nella linguistica europea il più alto grado di raffinatezza epistemologica. Sarà proprio lo Strutturalismo linguistico europeo a fornire uno stile nuovo al discorso interpretativo ponendo in primo piano il problema delle strutture fondamentali dell'immaginario umano e, quindi, quello delle strutture minime della mente umana.

L'ipotesi della fondamentalità delle relazioni binarie nasce già prima dello Strutturalismo. Verso la fine degli anni '70 le problematiche del binarismo sono legate ai nomi di Trubesckoj, Brondal, Jakobson, Hjelmslev e Greimas per quanto riguarda la linguistica europea e al nome di Lèvi Strauss per l'estensione di questa ipotesi alle problematiche proprie dell'etnologia. Anche se l'importanza delle strutture binarie si fa ugualmente sentire nella neurologia, in logica matematica, nella cibernetica e nella computer science, è grazie alla riflessione epistemologica sulle strutture binarie che avviene nella linguistica che è possibile portare il problema al di là dei limiti tecnici legati alle strutture fonologiche.

Occorre tuttavia evidenziare la radicale differenza teorica tra il binarismo linguistico ed il binarismo proprio della matematica dell'informazione. Il primo apre la strada alla logica delle posizioni, con il primato implicativo della "relazione sui termini" e del concetto di "differenza" su quello di "indentità". Il secondo invece si muove all'interno di una logica del dominio , anteponendo metodologicamente l'identità dei termini alle relazioni che essi intrattengono. Questa radicale diversità di impostazione emerge con chiarezza teorica nei lavori del linguista A. J. Greimass, grande erede della tradizione di Sassure e Hjelmslev.

Greimass conduce definitivamente il binarismo linguistico oltre i limiti di "metodo del reperimento di diverse tipologie e di relazioni diatiche" e, quindi, di "struttura a due valori". All'interno di una epistemologia di impronta fenomenologica emerge un modello di rappresentazione sintattica delle strutture elementari dell'immaginario umano che prende il nome di "Quadrato Semiotico". L'occasione storica di nascita del quadrato semiotico è l'analisi strutturale dei racconti, mentre la sua occasione metodologica è la riflessione sulle strutture elementari del piano del contenuto della lingua naturale, la semantica strutturale.

Il quadrato semiotico appare come una struttura astratta generabile tramite due operazioni fondamentali:

  • negazione;

  • asserzione.

Queste stabilizzano quattro relazioni fondamentali

  • Contraddizione;

  • Complementarità;

  • Contrarietà;

  • Subcontrarietà.

Ai limiti di queste relazioni si ottengono quattro luoghi di inversione delle operazioni fondamentali. Altri due termini. detti iperonimici ai primi, si collocano su due delle quattro dimensioni all'interno delle quali il quadrato esercita le sue relazioni. Riportiamo di seguito il quadrato semiotico così come viene descritto dallo stesso Greimas :

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Il quadrato può essere visto come la rappresentazione dell'articolazione logica di una categoria semantica qualsiasi. Esso inoltre, pur conservando il principio binario, permette la generazione di termini neutri e complessi. Tramite il quadrato semiotico è possibile descrivere visivamente una categoria semantica i cui termini sono definiti come punti di intersecazione delle relazioni.

Da questa struttura fondamentale della significazione è possibile derivare altre strutture in qualche modo isomorfe al quadrato semiotico. Un esempio tipico è dato dal "quadrato di veridizione" :

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Il quadrato semiotico permette altresì di individuare alcuni punti di rilievo:

  • La struttura del quadrato semiotico può essere vista come un modello di funzionamento fondamentale e universale delle strutture cognitive. Queste strutture avranno dunque la forma di operazioni fondamentali o trasformazioni. Tramite queste trasformazioni fondamentali si stabilizzano relazioni e termini;

  • I termini della struttura sopra delineata sono prodotti dalle operazioni fondamentali che caratterizzano la struttura stessa e non vi è nessun bisogno di ricorrere ad elementi esterni alla dinamica propria del sistema;

  • Diversamente da quanto accade in logica, l'identità di ogni elemento è determinata dalla posizione che esso occupa in un determinato spazio di immersione. La complessità dello spazio di immersione, a sua volta, è determinata dalle posizioni occupate dagli altri elementi compresenti;

  • L'osservazione di un evento diviene una sorta di strutturazione del campo fenomenologico in unità di analisi e, di conseguenza, un sistema di costruzione della realtà. I dati relativi ad un fenomeno sarebbero dunque non tanto "data" quanto "capta" la cui coerenza e potenza previsionale sulla evoluzione del sistema dipendono sia dalla precisione degli strumenti di verifica, sia dalla coerenza interna della struttura universale che li definisce.

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