|  | 
| Contributi, approfondimenti, strumenti per la formazione delle funzioni obiettivo/strumentali e dei docenti | 
| Ruolo e profilo delle funzioni obiettivo di Gisella Bozzi Tarizzo Accingendomi 
        a scrivere sulla Funzione Obiettivo, parto dalla descrizione di un'attività 
        che i docenti nominati dal collegio dovranno avviare come prioritaria, 
        mentre ai lettori potrà essere utile come "messa in situazione". Per 
        la ricerca delle situazioni conflittuali o di ostacolo allo sviluppo dei 
        processi innovativi e l'individuazione delle soluzioni, occorre innanzi 
        tutto la consapevolezza che si costruisce innovazione con la logica dei 
        piccoli passi e che il piano dell'offerta formativa non è la riproposizione 
        di un "programma predefinito e prescrittivo" ma il banco di 
        prova della dimensione creativa della funzione docente. Qui 
        "le regole" necessarie per l'attuazione di un progetto comune 
        (chi fa cosa, perché, come) costituiscono risorse e non vincoli; 
        in questa ottica va posta attenzione, e analizzata la realtà complessa 
        del sistema scuola nelle sue articolazioni essenziali: Relazione 
        comunicativa tra docenti e studenti; tra docenti; tra scuola ed extrascuola. 
        Si tratta di individuare il clima generale di socializzazione tra le componenti. 
        Rispetto, ascolto attivo, facilitazione dell'apprendimento, produzione 
        di autostima, collaborazione al lavoro di ragazze e ragazzi. Disponibilità 
        al dialogo e al confronto con i colleghi, collaborazione in un'ottica 
        che rifiuti la chiusura autoreferenziata nella singola disciplina. Prevalere 
        di una concezione della scuola aperta all'esterno, che si riconosce come 
        punto d'incontro di una pluralità di situazioni formative alle 
        quali fornire chiavi di lettura e consapevolezza critica. Gestione 
        dell'istituto: verticismo, burocratismo e ossequio agli adempimenti 
        formali, assegnazione più o meno casuale di compiti e responsabilità 
        non correlati e spesso non riconosciuti, eredità dell'impianto 
        centralistico della scuola tradizionale, da contrastare momenti di responsabilità 
        condivisa, collegialità non "formale", organica e funzionale 
        distribuzione dei compiti. Produzione 
        di cultura. Enciclopedismo come da " programma ministeriale" 
        da sostituire con scelte consapevoli di conoscenze formative, dotate di 
        significato e di "valore d'uso"(competenze, abilità) 
        che antepongano la qualità alla quantità e privilegino "la 
        ricerca dei nuclei fondanti delle discipline" (documento dei saggi). Metodologia 
        e didattica: programmazione curricolare rigida, sequenziale lineare, 
        prevalente utilizzo della lezione frontale, atteggiamento passivo di ascolto 
        da parte degli studenti. Va favorita l'introduzione di attività 
        di laboratorio e la realizzazione di progetti da parte dei discenti, facendo 
        delle conoscenze strumenti per lo sviluppo di abilità, la soluzione 
        di problemi, la realizzazione di compiti che ne stimolino la motivazione 
        (curiosità, interesse) e la partecipazione attiva. In questo ambito 
        si collocano la differenziazione delle proposte didattiche e l'attenzione 
        agli stili cognitivi e ai tempi di apprendimento di alunni e alunne, la 
        flessibilità e la modularità dell'impianto curricolare e 
        dell'organizzazione scolastica. Ruolo 
        delle funzioni obiettivo 
 Profilo Strumento 
        di questa azione è innanzi tutto la relazionalità 
        intesa come comunicazione, negoziazione, produzione di consenso, a partire 
        dall'analisi come raccolta di dati utili per superare le difficoltà 
        di lettura della realtà complessa dell'istituto di contesto; per 
        favorire l'avvio di momenti di narrazione che consentano di far emergere 
        le latenze; per far riscoprire la collegialità. Le 
        competenze richieste alla funzione obiettivo sono quelle che dovranno 
        diventare patrimonio comune di tutti i docenti. E in effetti il suo essere 
        in piena attività di insegnamento, collocato all'interno dei processi 
        in atto, lo rende in qualche modo soprattutto un testimone, un'interfaccia, 
        non un giudice: la riflessione sull'esistente è il punto di partenza 
        di una sua autovalutazione e di una presa di coscienza che può 
        consentirgli di predisporre o proporre le condizioni idonee ad aggiustare 
        il tiro per produrre innovazione: migliorare l'organizzazione per ottimizzare 
        le risorse, rivisitare le competenze disciplinari, elaborare strategie 
        didattiche efficaci di mediazione tra i saperi e i soggetti che apprendono, 
        imparare a usare la valutazione in funzione regolativa e formativa dei 
        processi di apprendimento dei discenti ma anche di quelli di insegnamento, 
        e finalizzata a certificare la qualità del prodotto scolastico, 
        cioè la validità del POF, riconoscersi come membri responsabili 
        di una struttura sistemica "reticolare e cooperativa". Come 
        far emergere i bisogni 
 dal sito del Cidi di Catania | 
| Cookie per gli annunci di Google e norme sulla privacy | 
|---|