Cookie per gli annunci di Google e norme sulla privacy

Cerca nel web, nel sito, nei siti amicicerca

Google
 

E oggi, a distanza di 9 anni? 

Sono passati nove anni dalla nascita del sito e delle nuove funzioni dalle quali esso prese il nome. Gli anni trascorsi sono relativamente pochi, eppure sembra che sia trascorsa un'epoca storica, da quel lontano 2000.

Simmetricamente opposte le prospettive, gli stati d'animo che animavano i protagonisti di quella stagione, rispetto a ciò che si percepisce in questo 2009.

Allora le funzioni obiettivo, poi strumentali, erano un segno di fiducia nella scuola e nella possibilità di qualificazione progressiva del suo operato. Erano un investimento tramite risorse che andavano a coprire funzioni particolari, che esulavano dalla tradizionale funzione docente e coglievano, valorizzandoli,  nuovi bisogni di una scuola che si voleva sempre più calata nel presente storico e proiettata nel futuro dello sviluppo culturale del Paese in una degna collocazione internazionale. Esse, insieme con l'autonomia, segnavano una volontà di cambiamento  con la ricerca  di un'articolazione e specializzazione progressiva della funzione docente per un più ricco, moderno, avanzato profilo professionale dei docenti.

Con le funzioni obiettivo/strumentali si dimostrava di aver compreso che la scuola oggi è profondamente mutata rispetto a ieri; essa è chiamata a fare molto di più e meglio e, soprattutto, si è capito che i processi formativi non si esauriscono esclusivamente in un rapporto docente - alunno in cui l'insegnante si limita a trasmettere conoscenze disciplinari ad un allievo che non deve fare altro che assimilarle. Pertanto competenze che prima non entravano molto nel bagaglio professionale, quali per esempio le competenze psico-pedagogiche, comunicative e relazionali, informatiche ora sono più che mai imprescindibili, se si vogliono docenti e scuole all'altezza dei tempi, perché  queste giovani generazioni di allievi hanno bisogni formativi diversi e i loro apparati cognitivi, socio-affettivi, relazionali sono mutati col cambiare della società. E perché anche la ricerca scientifica, pedagogica e didattica è andata molto avanti aprendoci scenari del tutto nuovi che richiedono approcci diversamente strutturati. Tanto che oggi un insegnante non può più fare a meno di svolgere  ricerca-azione e sperimentazione didattica. Non può più fare a meno di un aggiornamento e formazione continua in servizio lungo l'intera arco della sua "carriera" scolastica.

Quando si è presa coscienza del bisogno di introdurre cambiamenti forti nella qualità delle relazioni educative e didattiche ci si è accorti che tutto ciò non bastava se al contempo non si andava ad operare sugli ambienti di apprendimento, sulla organizzazione della scuola, sugli spazi che classicamente non appartengono alla funzione docente, ma non appartengono nemmeno alla funzione dirigente. Ci si è accorti che occorreva supportare con un'azione di elaborazione, coordinamento, organizzazione aspetti e istanze della vita scolastica che, ritenuti oggi essenziali, prima o non esistevano o non veniva data loro importanza, come il piano dell'offerta formativa dell'istituto, l'organizzazione della formazione e aggiornamento in servizio degli insegnanti, le attività di recupero, la progettazione d'istituto, le attività cosiddette extra e parascolastiche, le relazioni e le iniziative interistituzionali con altre scuole in rete o con enti locali ecc.

Per queste esigenze il governo di allora, d'intesa con le organizzazioni sindacali e l'associazionismo professionale, istituì le funzioni obiettivo/strumentali destinando risorse ed aprendo la strada a sviluppi futuri interessanti per ciò che attiene la dinamica del ruolo docente, una sua nuova e moderna definizione, l'articolazione di funzioni e   compiti nuovi e la rivisitazione di quelli tradizionali e classici, nella cornice di una scuola autonoma e legata al territorio.

Questo era il clima che si respirava nell'anno 2000. Un'aria di entusiasmo, speranza, volontà di sentirsi parte di un processo denso di profondi rinnovamenti con l'obiettivo di una scuola qualificata, moderna, capace di vincere le sfide dei tempi, una scuola migliore per una società più esigente, complessa, difficile.

E oggi? Che aria si respira, oggi, nell'anno del Signore 2009? Un clima di delusione avvolge il tutto, per le speranze deluse da parte di una classe politica piccola, miope, che non avendo idee e progetti per andare avanti, vuol tornare indietro, come se questo i tempi, i problemi e la crisi della società attuale lo consentissero.

Il risultato è quello che non si va avanti e non si torna indietro, ma si resta in una sorta di terra di nessuno in cui la scuola si avvita su se stessa, senza risorse, senza fiducia, in una sitazione di logoramento e di impoverimento delle motivazioni e delle intelligenze professionali.

E allora tutto è perduto?

No, se la classe dirigente rinsavisce, se la scuola torna ad essere quel bene prezioso che è, se si ritornerà a considerare gli insegnanti figure di alto rilievo sociale e costituzionale. No, se si tornerà ad investire nella scuola, nella ricerca, nella formazione, nella sperimentazione educativa e didattica. No, se si tornerà ad aver cura degli ambienti di apprendimento, a cominciare dall'edilizia scolastica. No, se i ministri di turno la finiranno di considerare la scuola terreno di sperimentazione delle proprie ideologie e proprietà riservata del Governo. No, se gli insegnanti saranno lasciati a svolgere serenamente il loro compito prioritario senza ossessionarli con pseudoriforme, ma dando loro gratificazioni economiche e professionali insieme a strumenti, strumenti, strumenti con cui arricchire, perfezionare, specializzare la loro professionalità. No, se non si tornerà a considerare i dirigenti, ispettori e funzionari dipendenti dello Stato e non del Governo.

Il terreno per tornare a riflettere sulle funzioni obiettivo/strumentali sta sempre lì, perché sempre di lì si passa se si vuol parlare di qualità della scuola, nuove competenze dei docenti, articolazione della funzione docente, nuove figure e profili professionali.

Sempre di lì si passa persino se si vuol parlare di merito.


 

IL PROGETTO

2000

Premessa       Il progetto      I bisogni        Il sito


Premessa

Quando si dà vita ad un'impresa che comporta un notevole sforzo di riflessione e ad un rilevante impegno di lavoro occorre sempre che ci siano particolari e fondate motivazioni.

1

Il progetto

Il progetto di realizzare un sito è nato nel corso di formazione delle funzioni obiettivo relative all'area 2 (servizio ai docenti) tenuto nei poli della M. Pacuvio di Brindisi e presso il J. Monnet di Ostuni dal 10 al 17 aprile del 2000. Cosa unica ed originale? Assolutamente no.

2


I bisogni

E' stato avvertito e condiviso il bisogno di:

·       dare un senso e qualche finalità ad un momento formativo che non poteva esaurirsi in un semplice scambio di parole;

·       sforzarsi di configurare un modello di formazione inteso come un momento in cui si legge insieme la realtà, si operano le opportune mediazioni nel confronto, si raccordano i codici linguistici e concettuali, si condividono le intenzioni, si elabora un'ipotesi di lavoro che orienti nell'azione;

·       costruire un ambiente relazionale, comunicativo di riflessione, scambio, negoziato utile per superare le logiche dell'autoreferenzialità degli istituti e delle persone, rischio incombente in questa fase di stentato e difficile avvio dell'autonomia;

·       dar vita ad una significativa esperienza di valenza aggregativa, una sorta di agorà (la metafora usata) virtuale in cui le diverse intelligenze ed interessi si incontrano per fondare la poleis della formazione sul territorio;

·       dare uno spessore di concretezza ed un'occasione di crescita di  più alto profilo culturale e professionale alla figura (in costruzione) della funzione obiettivo e dell'insegnante in generale.

3

Il sito

Proviamo a proporre cosa può essere:

·       una cosa significativa ed utile prima ancora che bella anche perché siamo dilettanti del mezzo ed autodidatti in costante formazione;

·       un'ipotesi di lavoro da costruire in modo cooperativo (non competitivo);

·       uno strumento utile per capire la realtà delle nostre scuole e non solo per dare informazioni di vetrina sulle stesse;

·       uno strumento per rappresentare la realtà, la complessità, anche le difficoltà e la problematicità dei processi e dei bisogni formativi di studenti e docenti;

·       uno stimolo per praticare l'innovazione dal basso. L'innovazione è un bisogno avvertito per elevare l'efficacia e la qualità dell'azione formativa, non una direttiva ministeriale, né uno slogan. Dell'innovazione c'è bisogno a prescindere dal ministro di turno;

·       una finestra sul variegato e complesso pianeta scuola a livello territoriale, ma senza chiusure provincialistiche, che non disdegna di dare uno sguardo e di in-contrarsi e ri-conoscersi nel contesto universale della scuola italiana (potenza della rete);

·       un ambiente non istituzionale che tuttavia favorisce l'incontro con i soggetti che operano  nelle realtà istituzionali ed in particolare nelle associazioni professionali; (io stesso sono impegnato nel CIDI in cui mi ritrovo a condividere un'idea di scuola e di formazione, che trova il suo centro motore nella qualificazione del lavoro docente, con tanti colleghi ed amici)

·       un ambiente fecondo di spunti utili per la formazione dei docenti, presupposto di fondamentale importanza per i processi di cambiamento della scuola;

·       c'è altro che si può aggiungere per definire il sito come progetto di rete (in rete)? Proponetelo, comunicate(ce)lo, discutiamone.  

(Cosimo De Nitto)

Brindisi, aprile 2000

4
torna a inizio pagina

Torna alla home page

Contattaci