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Competenze: come, quali e perché

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E la palla rimbalza nel micromondo.


Ossessione per il denaro


Apprendano veramente e sappiamo vivere!


La scuola dei più giovani


Che bello sarebbe se...


Competenze: come, quali e perché


La giornata della memoria


 

(Una risposta all'ispettore maurizio Tiriticco)

 

Caro Ispettore,
ho letto il suo ultimo scritto che, come sempre, mi ha inquietato, appassionato...ma soprattutto divertito! E non è poca cosa di questi tempi!

Sono una maestra al proprio posto sulla nave che affonda, quindi, per non affondare con essa, tengo costantemente monitorato lo scafo e cerco di aggiustarlo appena mostra qualche falla.

Sono convinta che i mali a cui facciamo tutti riferimento si possano curare unicamente con un'inversione di rotta del modo di stare a scuola noi, i ragazzi e le ragazze.
Mi spiego.Credo assolutamente indispensabile affinchè si possa stare a galla e magari approdare da qualche parte:

1) partire dall'abolizione dei voti e cambiare drasticamente i modi del valutare durante tutto il percorso scolastico e quotidiano dalla primaria all'ultimo anno delle superiori
(ne conseguirebbero ribaltamenti positivi della didattica viva nelle classi, delle relazioni e dei comportamenti oltre che un uso diverso del tempo di insegnanti e alunni);

2)sfrondare i programmi di alcune materie...evitando così un inutile sforzo cerebrale su contenuti privi ormai di senso (v.per esempio la minuziosità di certi testi di storia e l'accanimento professorale sul voler fare tutto e spiegare tutto lo scibile umano!);

3)rendere obbligatoria una metodologia che metta a disposizione dei ragazzi e delle ragazze fin dalla scuola primaria gli strumenti per accedere ai saperi e al sapere dentro le aule in modo autonomo e cooperativo (evitando la follia dei compiti a casa per ogni materia con successive arrabbiature dei docenti nel caso non vengano eseguiti o eseguiti con superficialità);

4)stimolare nei docenti la consuetudine al valorizzare le scoperte degli studenti e delle studentesse in ogni momento;

5)valorizzare i successi con la diffusione e lo studio del perchè siano avvenuti, ma al contempo rendere sempre possibile la revisione nel caso di errori o sbagli senza censurare (in soldoni: non scandalizzarsi e non sanzionare gli errori considerandoli invece una vera risorsa per la comunità);

6)avere e dare fiducia in ogni momento;

7)non puntare i piedi di fronte alle ribellioni esplicitate da comportamenti di ragazzi e ragazze assumendo per vero che esse rivelano disagio;

8)affrontare i comportamenti devianti con professionalità e competenza, con la freddezza delle strategie relazionali unita però alla partecipazione emotiva ai casi;

9)non correggere, pretendendo invece l'autocorrezione autonoma dalle coppie e dai gruppi di lavoro;

10)sia per ciò che riguarda la lingua sia per le materie scientifiche, fornire strumenti di indagine e momenti comuni e costanti di arricchimento e approfondimento del lessico specifico;

11)rendere le ragazze e i ragazzi autonomi anche nel momento delle interrogazioni e delle verifiche con il favorire la prassi dell'organizzarle in proprio con proposte di lavoro, di scambi, di riflessioni, di autocorrezione fra coppie e gruppi senza sanzionare le scelte errate, ma proponendo altre strade fino alla risoluzione di ciò che non ha funzionato;

12)mettersi in posizione di ascolto e di regia della conduzione della classe in modo defilato, se pur attivo per ciò che riguarda l'offerta agli studenti degli strumenti di indagine e di lavoro;

13)lavorare sugli stili e sui metodi di studio più che sui contenuti ricordando che nessun contenuto è per sempre, mentre la metodologia di approccio al sapere, se vincente, è sicuramente per sempre...


Le ho scritto perchè mi sono proprio stancata di sentir parlare di riforme e adeguamenti: essi servono ben poco se non si cambia sistema e se non si tiene conto della realtà (la realtà è quella che è, ma si deve pur vivere!) in cui sono immersi ogni pomeriggio bambini e ragazzi quando escono da scuola...
E' vero che nel sistema tradizionale di programmi vastissimi di molteplici materie, lezioni frontali, compiti a casa, interrogazione, verifica, i più sfortunati socialmente soccombono e gli altri si barcamenano, allora soltanto la stretta relazione fra pari che apprendono e entrano in conflitto cognitivo per poi superarlo autonomamente ha un senso. Tutto il resto è chiacchiere o poco più e nulla cambierà!
Con profonda stima e...simpatia

Claudia Fanti

10 febbraio 2007

 

 


Cambiare rotta, altrimenti.... Silenzio!


Perché ci scandalizziamo della manifestazione pro Brigate Rosse?


"L'educazione impensabile"


Cultura scuola persona. Verso le nuove Indicazioni Nazionali.
(Appunti e note)


Se vogliamo che cambi, diamole fiducia


In pensione


 

 


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